Quando scrivo mi piace ascoltare musica e le piacevoli e colte note dei Radiodervish mi tengono spesso compagnia.

Quando ho saputo che Nabil Bey e Michele Lobaccaro avrebbero suonato a due passi dalla pineta in cui mi ero rifugiato quest’estate non ho esitato a organizzarmi per esserci. Dallo splendido e suggestivo belvedere del monastero di San Mauro a Sannicola (LE), un insediamento risalente all’VIII d.c., la musica dei Radiodervish avrebbe accompagnato il sole fino al bellissimo tramonto in mare.

Dell’antico monastero non resta nulla, tranne la chiesa, arroccata sull’altipiano roccioso che domina quel ramo di mare Jonio che da Gallipoli abbraccia la costa Salentina sino alla riserva naturale di Porto Selvaggio. Ed è qui che si è svolto il concerto.

Le significative parole di Mai Alkaila, ambasciatrice della Palestina, hanno auspicato la pace suscitando commozione precedendo le tredici poesie dei Radiodervish, che hanno poi scandito la discesa del Sole emozionandoci e coinvolgendoci in una sorta di collettiva compenetrazione di sensazioni. Ho piacevolmente seguito il concerto proprio dietro a Massimo Bray, uomo di profonda cultura e umanità

Dopo una necessaria pausa per ammirare l’abbraccio del mare col Sole, la chiusura è stata affidata alla quattordicesima canzone, intitolata “La Rosa di Turi”.

Con il mio scrivere non riesco a rendere quello che era l’atmosfera. Forse non sono abbastanza bravo a farlo. Spero solo che anche l’anno prossimo l’Associazione Matoxè, fatta da giovani intelligenti e capaci di Sannicola, possa regalarci ancora uno spettacolo come questo.

Insieme alle mie figlie, che hanno assistito incuriosite e divertite al concerto, ho colto l’occasione per conoscere da vicino Nabil e Michele e fargli qualche domanda.

Il loro sodalizio è un piacevolissimo miscuglio di culture, una summa delle esperienze che in epoca remota hanno viaggiato in lungo e in largo nel Mediterraneo influenzando la cultura di tutti i popoli costieri con lingue diverse, e che oggi i due, grazie alla loro vena artistica, riescono a fondere regalandoci musica senza tempo e non legate a logiche di mercato.

Giri di vite è un diario delle mie passioni, per la musica, come per l’enogastronomia, e per fondere le due passioni ho quindi chiesto ai Radiodervish quale pietanza potesse rappresentare il loro sodalizio, come la loro musica e la risposta è stata il Tabulè o Tabbouleh.

La risposta mi ha soddisfatto e ho fatto qualche ricerca per riportare la ricetta che, secondo me, potesse essere più aderente possibile all’originale Tabulè e ho scelto questa di Giallo Zafferano.

Sono felice di un meraviglioso ricordo che ho affidato a queste pagine.

Ah, dimenticavo…quale vino si può abbinare al Tabulè? Un fresco ed erbaceo Sauvignon Blanc.

P.s.:

per sapere di cosa abbiamo goduto cliccate qui.

info su Metoxè cliccate qui.

info su Tramonto a San Mauro cliccate qui.