Un viaggio in sei annate di piedirosso vesuviano?
Per un amante dei vini che si fanno sulla grande montagna addormentata era impossibile mancare, quindi eccoci a Boscotrecase (NA) in via Fruscio, a trovare la famiglia Sorrentino che produce vino sul Vesuvio da generazioni.
La svolta la si è avuta nei primi anni ’90 grazie a Paolo Sorrentino che, dopo aver conferito le uve a note etichette campane, ha creduto nelle potenzialità dei vigneti e della “sabbia” vulcanica di cui sono fatti i terreni da queste parti.
La consulenza di Carmine Valentino, cui si è poi affiancata Benny Sorrentino, figlia di Paolo, hanno portato negli ultimi 15 anni ad una graduale modifica nella metodologia di allevamento dei vigneti, nella loro conduzione e nelle tecniche di vinificazione. Dai tendoni si è passati ai guyot e, alla recente sperimentazione con il doppio rovesciato e il cordone speronato. La conduzione dei suoli e delle vigne ha virato verso il biologico e il bio-sostenibile, con un recente esperimento di compostaggio dei sarmenti arricchiti con letame e lasciati fermentare.
La qualità dei vini è, ovviamente, salita nel corso degli anni portando il vino vesuviano a livelli superiori, sdoganando la solita idea del Lacrima Christi da consumare al massimo nell’anno dall’uscita sul mercato.
Oggi abbiamo occasione di vedere il risultato del loro lavoro che, al pari di altri coraggiosi alfieri, negli anni hanno faticato sodo sottraendo al degrado e alla speculazione del malaffare, zone sempre più vaste di pendii del vulcano.
Dopo un bel giro nelle vigne che degradano verso il mare di Torre Annunziata, l’attenzione si è concentrata sulla sala degustazione dove, moderati da Luciano Pignataro, si sono alternati al microfono l’Ampelografa Antonella Monaco, gli enologi Benny Sorrentino e Carmine Valentino e, infine, la Presidente AIS Campania Nicoletta Gargiulo, con lo scopo di farci conoscere il piedirosso dalle sue origini sino alle piu’ moderne idee e tecniche produttive, per poi giungere alla degustazione.
La spaziosa sala, colma di appassionati e operatori del settore, presta molta attenzione alla degustazione guidata da Nicoletta Gargiulo di sei tipologie di vino a larga maggioranza di piedirosso, che coprono un lasso temporale di tre lustri, dal millesimo 2000 a quello 2015.
2015 – Piedirosso biologico in purezza da singola vigna, Sette Moggi Pompeiano Rosso IGT. Da pochissimo in bottiglia, il colore viola tradisce la sua gioventu’. Al naso è ricco di sentori freschi e il sorso è agile, fresco e pieno. Si farà.
2013 – Piedirosso in purezza, Frupa Pompeiano Rosso IGT. Vino prodotto già in regime biologico, si presenta colore rosso rubino con una media penetrabilità. Al naso odora di geranio, rosa, viola e frutti rossi di ciliegia, fragola, lampone. Altri aromi speziati sul finale lasciano intuire un passaggio in botte per questo vino senza però alterarne le sue caratteristiche tipiche. Bello il sorso che rivela a pieno la mineralita’ solo sottintesa al naso. Ben equilibrato, bella tannicità.
2012 – Piedirosso in purezza, Frupa Pompeiano Rosso IGT. Del tutto simile al precedente, ma con maggiore intensità di profumi e un netto slancio al sorso, dove rivela maggiore finezza e persistenza con un finale allungo salmastro. Al top.
2011 – Piedirosso in purezza, Frupa Pompeiano Rosso IGT. Il colore e’ ancora rubino ma comincia a rilevarsi uno spettro cromatico più maturo dei precedenti. Il naso rivela frutti maturi, gelso, mora, note di foglia di geranio, pepe, spezie e una leggera nota salmastra. Al sorso risulta in discreto equilibrio con minore persistenza dei precedenti ma un tannino molto piu’ morbido e fine.
2007 – Piedirosso in purezza, Lacrima Christi del Vesuvio DOC. Il colore presenta sfumature granata. il naso è ricco di frutta secca e candita, china, confettura di fragola e ciliegia, fiori secchi, spezie con netto sentore di terracotta sul fondo. In bocca ritorna il sentore terroso ma in maniera piacevole e ben si fonde con la morbidezza del sorso.
2000 – Piedirosso in prevalenza (80%), Lacrima Christi del Vesuvio DOC. Il colore è nettamente granato con riflessi aranciati. Al naso mi piace molto la nota di fungo, di muschio, di sottobosco che viene fuori dopo una sosta nel calice. Interpretato come difetto nei primi minuti dalla mescita si è rivelato essere frutto della riduzione in bottiglia. Altre piacevoli note di origano, radice di liquirizia rendono accattivante il sorso. In bocca è sorprendentemente fresco, ben equilibrato, non ha l’allungo della gioventu’ ma e’ senza dubbio piacevole da bere.
Bella ed emozionante panoramica che, al netto delle parole emozionate di Paolo Sorrentino, mi ha fatto preferire la 2012 tra tutte, anche se la 2000 mi ha incuriosito molto.
Grazie a Marina Alaimo che ha organizzato questa bella esperienza, A Paolo Sorrentino e consorte, a Benny, Giuseppe e Maria Paola per la splendida ospitalità e le emozioni.
Azienda Vinicola Sorrentino
sede Via Casciello, 5 – cantina Via Fruscio, 2
80042 – Boscotrecase (Napoli) – Italia
Tel. e Fax +39 081.8584963
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