Dopo le belle serate alla Pizzeria Di Matteo e alla Pizzeria Lombardi a Foria, le farine Polselli, rappresentate dall’instancabile Emiliano Polselli, approdano all’Antica Pizzeria Port’Alba dove incontrano l’arte di Gennaro Luciano.

L’Antica Pizzeria Port’Alba non si chiama così solo perchè è situata al centro storico di Napoli e in uno dei luoghi più vecchi della Napoli abitata sin dall’epoca Greco-Romana, ma perchè è la più antica pizzeria di Napoli, visto che è aperta (ininterrottamente) dal 1738! Così come ci ha raccontato Gennaro, è qui che vide la luce la pizza margherita ed è qui che è stato istituito il pagamento posticipato, di una settimana, della pizza consumata al momento e che veniva detto “oggi a 8”. 

La famiglia Luciano si tramanda l’arte della pizza da generazioni (Gennaro ha appreso dal padre, il Cavaliere Vincenzo e sta, a sua volta, formando suo figlio Antonio) così come il locale di Via Port’Alba 18 ha ospitato, nelle sue sale, personaggi che hanno fatto la storia di Napoli e dell’Italia dal 1738 ad oggi: storici, poeti, cantanti, pittori, artisti, sportivi, politici, imprenditori, e per questo viene citata in molti libri e guide storiche della città. 

La serata, sostenuta dall’AVPN ed allietata dalle note delle tante melodie della musica napoletana (alcune delle quali, dalle più antiche a quelle recenti, sono state scritte in questa pizzeria), si apre con la porchetta e il prosciutto di Paolo Magrelli, artigiano della norcineria umbra, accompagnati dalle bollicine francesi di Laurent Perrier Cuvèe Brut. La porchetta ci è piaciuta proprio tanto per l’aromaticità e il giusto equilibrio di sapidità e grassezza.

Si passa alle prime due pizze di Gennaro Luciano preparate con impasto di farina Polselli: marinara con pomodorino del piennolo DOP e alici e la Don Salvatore (dedica commossa al fratello prematuramente scomparso) con provola, pomodorino, scarola e olive. Entrambe dal sapore deciso e dalla forte connotazione dei vari sapori, ma che nell’equilibrio complessivo del gusto si fondono con gradevolezza. L’ultima pizza è un ripieno con provola, pancetta e ricotta di bufala con sopra pomodorini gialli e pecorino chiamata “sole nella luna”, che è risultata intensa al gusto e ben equilibrata. Le pizze sono state accompagnate dal Fiano di Avellino DOCG di Terredora e dal Castello delle Femmine Terre del Volturno IGT di Terre del Principe.

Un triplice assaggio delle torte del maestro Mario Di Costanzo, accompagnato dal Passito Secco di Giardini Arimei, ha concluso la piacevolissima serata.

Ci siamo divertiti e, complice la verve di Gennaro Luciano e la sua voglia e disponibilità a comunicare la storia del suo locale, siamo ritornati a trovarlo dopo qualche giorno con tutta la scolaresca della classe di mia figlia Raffaella. I ragazzini di quinta elementare, brillantemente guidati e ispirati dalla maestra Giovanna Bretti, per la conclusione del loro percorso di studi hanno fatto una ricerca sulla storia, i miti, le leggende e le tradizioni di Napoli antica, che ha riguardato anche l’Antica Pizzeria Port’Alba. Gli scolari, mentre mangiavano la classicissima pizza margherita a “portafoglio”, hanno potuto ascoltare dalla voce di Gennaro tanti aneddoti e facergli anche molte domande per soddisfare la loro voglia di conscenza della tradizione, che è alla base della formazione di ogni uomo. Locale e pizzaiolo, vivamente consigliati a tutti.