Un bel giro a Vitignoitalia non lo disdegno mai. Nonostante le critiche alla location, Castel dell’Ovo, ritenuta poco vocata per la degustazione tecnica e per gli incontri commerciali, ma molto indicata per ampliare l’emozione che può dare un bel calice di vino, specie se bevuto sulle terrazze a picco sul mare

di Napoli al tramonto, la manifestazione, giunta alla sua nona edizione, nei suoi tre giorni di svolgimento ha richiamato sul lungomare di Napoli circa 15.000 visitatori tra operatori, appassionati, curiosi.

Siamo andati in giro tra i banchi di assaggio delle circa 200 aziende vitivinicole, suddivise nelle varie sale e distribuite sui vari piani dell’antica cittadella, incontrando tanti amici e facendo conoscenza con numerose nuove realtà. Simpatica l’iniziativa di realizzare le postazioni con materiale proveniente da riciclo e completamente riciclabile come cartone e pvc, come bella e utile la campagna di raccolta e riciclo dei tantissimi tappi di sughero provenienti dalle bottiglie stappate.

Buona l’offerta dei vari seminari e incontri “tecnici” organizzati con L’AIS, la FISAR, la Scuola Europea Sommelier, il Movimento Turismo del Vino e simpatica, oltre che gradita, la presenza di stand gastronomici di partners di livello come Levoni, Pastificio Di Martino e dei Consorzi di tutela dei formaggi Dop italiani: Gorgonzola, Parmigiano Reggiano, Pecorino romano e Mozzarella di bufala campana. Degustare salumi, formaggi e pasta in abbinamento ai vini è stato uno dei momenti di gusto di questa edizione.

Molto interessante la postazione dell’Antica Manifattura Sigari Toscani con sigaraia all’opera in diretta e banco di degustazione di sigari toscani abbinati a grappe a cura degli Amici del Sigaro Toscano.

Grazie all’impeccabile organizzazione della DPunto Studio la campagna informativa, i cataloghi e i pieghevoli hanno reso facile la ricerca delle case vitivinicole e la pianificazione, necessaria, di cosa saggiare.

Armato di crackers senza sale, acqua, calice, mappa, blocco di appunti e penna ho effettuato un bel giro d’Italia e oltre riscontrando tante conferme, qualche calo, qualcuno in rialzo ma molte buone novità. Eccone qualcuna, giusto per gradire, distinta per aree di provenienza:

Nord Ovest

Tenuta La Tenaglia: Incontro Sabine e Isabelle che mi conducono sulla via del delicato Grignolino e della sostanziosa Barbera. 

Michele Chiarlo: Gavi, Roero Arneis e Nebbiolo per giungere al Barolo.

Bellati: Bella realtà dell’Alessandrino con barbera e cortese.

Nord Est

Marion: nel veronese per ascoltare le storie del Teroldego e della Corvina che danno vita a Valpolicella e Amarone. 

Tramin: Un bel sorso di Alto Adige. Cooperativa di viticoltori che è anche sinonimo di qualità.

Elena Walch: Grande finezza di tutti gli assaggi e splendido finale con Beyond the Clouds.

Kellerei kaltern: Un viaggio lungo, emozionante, elegante in questa bella realtà cooperativa del sidtirol

Franz Haas: Sulla strada del Vino dell’Alto Adige è un’immancabile tappa per chi vuole conoscere la finezza abbinata alla forza espressiva dei vini di questa splendida parte d’Italia. 

Centro

Bibi Graetz: vini toscani prodotti tra l’isola del Giglio, la costa, la Maremma fino ad arrivare a Fiesole. Splendidi, forti e profondi.

Sud e isole

Librandi: Vini calabresi che esprimono odori e sapori di quella terra.

Vini Costantino: vini vulcanici dell’Etna, versante catanese, molto profumati e gradevolmente minerali.

Cantine del Notaio: realtà lucana che soddisfa sempre ad ogni assaggio. 

Erminio Campa: bella interpretazione del primitivo di Manduria.

Sardus Pater: Cannonau, Vermentino, Carignano, dall’sola di Sant’Antioco gli aromi del sud ovest della sardegna

Campania

Sannio:

Antica Masseria Venditti: Conferma per Nicola e i suoi vini. 

Fontanarosa: l’omonima azienda di Annarita è in ascesa. 

Fattoria La Rivolta: Conferma anche per Paolo del livello raggiunto. 

Casertano:

Viticoltori Migliozzi: Salvatore interpreta il Falerno del Massico con buoni risultati.

Volpara: Antonio Passaretti tira fuori dal terreno del Massico un Falerno di livello.

Trabucco: Anche per Nicola una bella conferma del suo percorso.

Alepa: I vini di Paola Riccio sono proprio buoni. Privo, il vino senza solfiti di Maurizio De Simone è spiazzante, ma ho impressione che si debba riconsiderare cosa è veramente standard.

Segnalo l’ottimo lavoro di Ager Campanus, da lodare per l’attività di promozione territoriale in blocco. Bravi!

Irpinia:

Fonzone: Azienda in ascesa. Ottime interpretazioni dei bianchi irpini di punta e paticolari i rossi.

Macchialupa: con lo zampino, o meglio, il palato di Lucia Pintore l’azienda migliora anno per anno.

Tenuta Scuotto:Particolarmente gradite le versioni di Fiano di Avellino. Da seguire per le prossime uscite.

Cilento:

Mila Vuolo: I vini di Mila sono sempre molto buoni, così come anche l’olio.

San Salvatore 1988: Conferma anche per l’azienda della piana di Paestum.

Napoletano:

Cantine Astroni: vini flegrei e non, ben fatti e gradevoli.

Cantine Federiciane Monteleone: Miglioramenti evidenti, Campi Flegrei da attenzionare.

Cantine Olivella: Realtà vesuviana con molta voglia di crescere e buoni mezzi. 

Chi non è stato citato è solo per motivi di spazio. Ritengo che il vero giudizio di un prodotto è quello che ci si può fare andando a trovare i produttori presso le loro aziende.

Muovetevi, quindi, spegnete i computer e smettete di leggere le opinioni altrui sul vino, andate in cantina, oppure, se non potete andarci, comprateli in enoteca i vini, consumateli in convivialità e allegria….poi ne riparliamo.