Non sono un amante della camperistica e del campeggio in genere, però da quando ho avuto occasione di capire in che modo Nando Salemme, Rosario Mattera ed Enrico Nugnes interpretano i loro viaggi mi sono lasciato tentare dal provare questa esperienza. Per ora ancora non mi convinco ancora a salire su di una casa con ruote, però ho imparato a non mancare a nessuno degli appuntamenti all’Abraxas Osteria, dove Nando reinterpreta i prodotti riportati a casa dalle loro scorribande in lungo e in largo per lo stivale.
Nascono così le cene dei “Campernauti Flegrei” e questa volta è la Sicilia ad essere protagonista della serata.
Arrivo relativamente presto al locale e, quindi, ho l’occasione di poter ascoltare da Nando qualche racconto su questa loro esperienza. Le sue storie si dipanano tra sentieri segnati tra le colate laviche dell’Etna, strade semifranate, paesaggi inusuali e mozzafiato, personaggi improbabili come il vecchio contadino sull’Etna che conosceva benissimo l’uso del GPS ed altri. Mentre lui parla io immagino il grande camper, che ho visto fermo nel parcheggio del locale, avanzare pericolosamente sulle pendici del vulcano.
Poi mi elenca il menù, basato sulle eccellenze siciliane della zona dei Nebrodi e mi mostra i vini dell’azienda Gulfi che degusteremo. Scatta sincero l’applauso mentre immagino Nando al telefono con lo chef Tommaso Di Meo che decidono i piatti e cosa scegliere di riportare a casa.
Mentre ammiriamo i campioni di terra delle vigne di Gulfi arrivano gli ospiti e quindi sono costretto a lasciare Nando al suo lavoro.
Si parte con gli antipasti mentre il tempo fuori peggiora e si vedono i primi lampi:
- Crostini con crema di ricotta di pecora con pistacchi di Bronte
- Bruschette con lardo di Maiale dei Nebrodi
- Zuppa di lenticchie di Ustica
Il vino abbinato è dell’azienda Gulfi, il Valcanzjria, blend di Chardonnay, Albanello e Carricante, solo inox, annata 2010. Giallo paglierino con riflessi appena verdognoli, sentori di agrume e pesca gialla, molto minerale, freschissimo e sapido.
– Maiale dei Nebrodi al ragù con purea di patate
Il vino abbinato è il Rosso Ibleo, nero d’avola in purezza, solo inox, annata 2010. Colore rosso rubino intenso, sentori di ciliegia con un costante aroma terroso e di inchiostro di china, fresco, tannini gradevoli, sapido il giusto e ben equilibrato benchè giovane.
Si passa al primo piatto con fusilli fatti in casa, ricotta di pecora stemperata con la salsiccia e aromatizzata con pistacchio di Bronte e finocchietto selvatico. Su questo piatto beviamo un bianco, il Carjcanti, 100% Carricante, inox e legno, annata 2009. Giallo piaglierino, naso ricco di aromi di kiwi, pera, ananas, vaniglia, fresco, sapido e minerale, ben equilibrato e gradevole.
Provo anche il Rosso Ibleo sui fusilli e l’abbinamento non risulta malvagio.
Altro primo, gnocchi di patate con ragù di maiale dei Nebrodi. In abbinamento viene proposto il Nero Ibleo, nero d’avola in purezza da vigne con più di 40 anni, due anni di legno e un anno e mezzo in bottiglia, annata 2008. Colore rosso rubino abbastanza carico, forti aromi minerali, frutta rossa matura e spezie, fresco, sapido con tannini levigati ed equilibrato in bocca.
Arrivano le polpettine al forno adagiate su foglia di limone con mozzarella e patate al timo.
Su questo piatto provo sia il residuo di Carjcanti 2009 che il Nero Ibleo 2008 e, debbo dire, che il bianco mi è piaciuto di più.
Arriva un piatto di formaggi e i salumi siciliani su cui viene prosposto l’abbinamento dei due cru aziendali di Nero d’Avola da vigne coltivate ad alberello, il Nerosanlorè e il Neromaccarj, entrambi due anni di legno e due in bottiglia, ambedue del 2007. La mineralità del Nero d’Avola si esalta in questi due vini, molto simili tra loro al naso, con dominanza minerale, ma con caratteristiche diverse in termini gustativi. Il Nerosanlorè è più sapido, meglio equilibrato e più pronto del Neromaccarj che presenta un gusto pieno e minerale anche in bocca dove domina una grande acidità.
Alla fine del pranzo abbiamo degustato una selezione di prodotti dell’azienda Rizzati. Cioccolato e canditi ci hanno deliziato. Troppo difficile descrivere tutte le sensazioni provenienti dalle cose degustate, ma la scorza di limone di sorrento candita e la ricotta candita a cubetti con oliva candita sono andate oltre le aspettative. Da segnalare, per il premio particolarità, il cioccolattino “gocce di Birra” ripieno con birra liquida.
Il temporale che si è abbattutto sul locale durante la cena è finito e fortunatamente ci consente di tornare a casa tranquilli. Bella questa cena ma ancor più bello è il contatto che si stabilisce con i campernauti che grazie al loro impegno, alla passione e alla voglia di conoscenza, ci consentono di viaggiare idealmente con loro in questo meraviglioso paese. Grazie ragazzi!